Dopo i timidi segnali di speranza legati all’avvio dei negoziati Russia-Ucraina, i mercati sono tornati ad andare giù. La paura torna a farla da padrona, anche perché la Russia avanza verso Kiev cannoneggiando .
Eppure, nonostante il fortissimo clima di avversione al rischio, il Bitcoin è improvvisamente balzato verso l’alto, arrivando (con +17%) fino alle porte dei 45mila dollari, trascinandosi le altre criptovalute.
Bitocin non oltrepassava la soglia dei 44.000 dollari dal 17 febbraio scorso.
Come spesso accade, la spiegazione dietro questo movimento rialzista non è univoca.
Alcuni rispolverano la teoria che il mondo cripto potrebbe essere considerato alla stregua di uno strumento di hedge per proteggersi contro l’inflazione e l’instabilità geopolitica. Un safe haven quindi, una specie di “oro digitale“.
Più probabilmente però, dietro questo balzo c’è la necessità dei russi di spostare denaro (provocando massicci acquisti a prezzi anche molto gonfiati), dopo essere stati colpiti dalle sanzioni occidentali che hanno congelato le riserve di Mosca. Per loro in questo momento è molto difficile movimentare rubli, per cui le crypto diventano un mezzo alternativo importante.
Analoghe necessità hanno pure i cittadini ucraini, in fuga dal loro Paese.