Il prezzo dell’oro si è stabilizzato intorno a $ 1.960 l’oncia, dopo uno sprint verso metà settimana e un balzo complessivo nell’ordine del 2% settimanale.
L’appeal del metallo prezioso è alto a causa della guerra in Ucraina e della corsa dell’inflazione guidato dalle materie prime.
I leader occidentali continuano a fornire aiuti militari e umanitari all’Ucraina, mentre la Russia cerca di aggirare le sanzioni utilizzando le sue riserve auree. La banca centrale russa ha annunciato che riprenderà ad acquistare oro dalle banche e pagherà un prezzo fisso di 5.000 rubli (52 dollari) al grammo tra il 28 marzo e il 30 giugno.
La guerra e le conseguenti sanzioni hanno fatto aumentare i prezzi delle materie prime, che acuiscono i timori di stagflazione (alta inflazione + crescita zero). E questo rafforza l’attrattiva dell’ come mezzo di copertura.
A frenare lo slancio dell’oro è l’atteggiamento aggressivo delle banche centrali, come la FED, riguardo alle stretta monetaria.
Le aspettative di tassi di interesse più elevati, con i mercati che hanno ricalibrato una maggiore probabilità che la Fed alzi i tassi di 50 anziché 25 punti base a maggio per domare l’inflazione, riducono il costo opportunità di deterene oro.
Negli ultimi giorni il prezzo dell’ ha allungato oltre i 1.950 dollari, violando i massimi di una recente congestione, come vediamo sul broker .
La resistenza a 1.970 dollari è l’ultimo ostacolo prima della possibile salita fino a quota 2.000 dollari. Tuttavia, per il mix di fattori che abbiamo appena discusso, è bene guardarsi anche verso il basso. Il supporto chiave per l’ è in area 1.900 dollari, poco sopra i minimi del 16 marzo.
Peraltro in quella zona transita anche la EMA50.