Nonostante l’impennata dei prezzi del petrolio, l’OPEC+ intende aumentare la produzione solo leggermente. Il cartello “allargato” che include anche la Russia, conferma infatti la sua strategia di aumenti graduali e modesti. Invece di 400.000 barili al giorno (bpd) al mese, a maggio il plus dovrebbe essere di 432.000 bpd.
E’ stata dunque ignorata la richiesta di Stati Uniti ed Europa di un aumento più corposo dell’output per allentare le turbolenze sul mercato petrolifero.
La mossa dell’OPEC+ era comunque attesa, tant’è che ha inciso poco sull’andamento del prezzo del barile.
Il sta scendendo verso 106 dollari al barile,dopo essere arrivato anche a 104. Il invece scivola sui 102.5 dollari, dopo aver testato la soglia psicologica di 100 dollari.
Va ricordato che questo piano di aumenti graduali era stata concordato mesi fa, in vista della ripresa post-Covid. Quando l’ipotesi di una guerra neppure ci sfiorava.
La stessa OPEC sottolinea che la tensione attuale sui prezzi è dovuta a problemi geopolitici, ma proprio per questo ha deciso di non cambiare rotta.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, i prezzi del petrolio erano saliti a oltre $ 100 al barile sulla speculazione che ci sarebbe stata una carenza di offerta.
Per alcuni analisti e operatori, sulla decisione avrebbe influito anche la possibilità che l’amministrazione Biden starebbe valutando di sbloccare circa un milione di barili di petrolio al giorno dalle riserve strategiche Usa.
La prossima riunione dell’OPEC+ è in programma il 5 maggio.