Come si temeva, l’inflazione in Turchia ha accelerato ancora, toccando il massimo degli ultimi 20 anni. Per il decimo mese consecutivo l’indice dei prezzi al consumo si è mosso al rialzo, arrivando al 61,14% a marzo.
Anche se la crescita attesa era leggermente più elevata (61,6%) rimane impressionante il confronto con il dato di 12 mesi prima, quando l’inflazione era al 16,19%. E va anche aggiunto che quel tasso era comunque più del triplo rispetto al target della CBRT, fissato al 5%.
A spingere ulteriormente l’inflazione è la corsa dei prezzi dell’energia, che sono aumentati del 102,9% a causa della guerra in Ucraina.
Su base mensile i prezzi al consumo sono aumentati del 5,46%.
Sul fronte valutario, la Lira perde terreno rispetto al dollaro. Il cambio USDTRY risale infatti a 14,7, sul massimo di 2 settimane.
I mercati temono che la possibilità di ulteriori sanzioni contro la Russia possa mettere sotto pressione il fragile schema di protezione dei depositi in lire del governo turco, che Erdogan varò proprio per arginare il tracollo della valuta nazionale.
Il conflitto inoltre potrebbe avere serie conseguenze sul turismo, uno dei settori chiave per l’economia turca.
Nella riunione di marzo, la Banca centrale turca ha mantenuto stabile il tasso di interesse chiave per la terza volta da settembre.