La Federal Reserve è propensa ad essere più aggressiva in futuro, ossia procedere a uno o più aumenti dei tassi di interesse da mezzo punto percentuale. E’ quanto emerge dai verbali della riunione del 15 e 16 marzo.
Addirittura diversi funzionari della banca centrale avrebbero preferito un aumento di 50 punti base già nel corso dell’ultimo meeting del FOMC, invece di 25 punti base.
L’accelerazione si rende necessaria per la lotta all’inflazione, afferma la banca centrale che si prepara anche alla riduzione del bilancio federale per circa $ 95 miliardi mensili (60 miliardi di dollari per i titoli del Tesoro e di 35 miliardi di dollari per i titoli garantiti da ipoteca). Quasi il doppio della riduzione mensile effettuata nel 2017-2019.
Dopo le minute della FED, il rendimento dei Treasuries a 10 anni è salito al di sopra del 2,63%, il livello più alto da marzo 2019.
Corre anche il dollaro, che già prima dei verbali era spinto dai commenti sempre più aggressivi dei funzionari FED e dalla minore propensione al rischio che c’è sui mercati.
Il si avvicina a grandi passi verso quota 100, livello che non si vedeva da maggio 2020.
Il cambio intanto si affaccia sotto la soglia di 1.09, sul minimo di quasi 2 anni.