La convinzione che la Federal Reserve diventerà meno aggressiva sul fronte dei tassi si affievolisce, e così il dollaro strappa di nuovo al rialzo.
Diversi discorsi di membri della banca centrale americana sono risultati piuttosto aggressivi.
A cominciare dal presidente della FED St.Louis James Bullard, che ha sottolineato che la banca centrale ha ancora molto lavoro da fare prima di raggiungere i suoi obiettivi, avvertendo che l’inasprimento delle condizioni ha avuto un modesto effetto sull’inflazione.
Gli ha fatto eco il presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, dicendo che vede la banca centrale alzare i tassi di almeno un altro punto percentuale.
I mercati stanno ora prezzando un aumento dei tassi di 50 punti base a dicembre e una serie di aumenti di 25 punti base il prossimo anno.
Il si è rafforzato verso 107, allontanandosi dai minimi di 3 mesi toccati nei giorni scorsi.
Torna a scendere il cambio , indebolitosi verso 1,03 dopo aver toccato un massimo di oltre 4 mesi a 1,04 all’inizio del mese. (la BCE potrebbe rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi il mese prossimo, a causa dei rischi di recessione).
L’attività di acquisto più pronunciata è stata contro valute sensibili al rischio, come il dollaro australiano e quello neozelandese.
Il dollaro ha anche guadagnato nettamente contro la sterlina britannica () dopo che il Regno Unito ha svelato aumenti delle tasse e tagli alla spesa per aiutare a contrastare l’inflazione.