Nonostante un crollo verticale nella giornata di giovedì, il prezzo del petrolio è riuscito a guadagnare un po’ di terreno durante questa settimana (circa un punto percentuale).
Il prezzo del greggio WTI viaggia sopra i 72 dollari, mentre il Brent è oltre quota 77.
Gli operatori continuano a monitorare i negoziati sul tetto del debito in corso a Washington, che hanno finalmente mandato dei segnali di schiarita, cosa che ha propiziato il rimbalzo nella giornata di venerdì.
Inoltre si valutano le prospettive di offerta in vista della riunione del cartello OPEC+ che si svolgerà settimana prossima. Dalla Russia arriva un no a ulteriori tagli alla produzione, in contrasto con le osservazioni del ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, che ha avvertito i venditori allo scoperto di ‘fare attenzione’ alle potenziali conseguenze.
Allo stesso tempo, le prospettive di crescita della domanda rimangono fragili, in particolare in Cina.
Nel frattempo, i dati ufficiali hanno mostrato che le scorte di greggio degli Stati Uniti sono diminuite inaspettatamente di 12,456 milioni di barili la scorsa settimana, il calo maggiore in sei mesi e sfidando le aspettative di un aumento di 0,775 milioni.