Sui mercati torna a scemare la propensione al rischio, e questo agevola il dollaro nella sua veste di rifugio sicuro, anche per la sovraperformance complessiva dell’economia statunitense rispetto al resto del mondo.
Il sentimento è stato influenzato anche dalle sanzioni occidentali alla Cina per gli abusi dello Xinjiang, e dalla reazione di Pechino che minaccia di rispondere.
La combinazione di una politica monetaria accomodante, una spesa pubblica senza precedenti e la marcia della campagna di vaccinazioni, ha spinto gli investitori a scommettere su una più rapida ripresa economica degli Stati Uniti.
Il presidente della Fed Powell e il segretario al Tesoro Yellen hanno ripetuto che l’economia americana si sta riprendendo dal coronavirus nel corso di una audizione davanti ai legislatori della Camera.
Il ha così riguadagnato terreno martedì, toccando un massimo di due settimane a 92,30.
Nel frattempo l’euro dollaro () scende verso 1,185, estendendo le recenti perdite.
Il ritorno dell’appetito al rischio ha invece penalizzato le commodities currencies come il dollaro australiano e neozelandese: l’ è sceso a un minimo di sei settimane, il cambio è crollato ai minimi di 3 mesi.
Anche il cambio tra sterlina e dollaro () martedì è sceso a livelli che non si vedevano da più di un mese (sotto 1,3754).