Nel meeting di politica monetaria di marzo, la Banca nazionale svizzera ha mantenuto il suo tasso di riferimento a -0,75% (anche il tasso sui depositi a -0,75%).
Secondo la BNS il franco svizzero rimane “molto apprezzato“, nonostante il recente indebolimento (come vedremo a breve). Questo rende ancora più complessa la situazione, visto che la pandemia continua ad avere un forte effetto negativo sull’economia.
Secondo i responsabili politici è probabile che la ripresa acquisisca maggiore slancio dal secondo trimestre, grazie anche ai programmi di vaccinazione, insieme alle misure di politica monetaria e fiscale introdotte a livello mondiale.
Guardando al futuro, la BNS continua ad aspettarsi una crescita del PIL dal 2,5% al 3% per il 2021, poiché le misure di contenimento in Svizzera saranno ulteriormente allentate nei prossimi mesi, mentre le previsioni di inflazione per il 2021 e il 2022 sono state riviste al rialzo, a causa dell’aumento del i prezzi del petrolio e il franco svizzero più debole. La previsione ora è dello 0,2% per il 2021, dello 0,4% per il 2022 e dello 0,5% per il 2023.
Il franco svizzero intanto si continua ad aggirare attorno ai minimi di 8 mesi rispetto al dollaro.
Il cambio viaggia verso 0,93 per USD, il livello più alto da luglio 2020, poiché le aspettative di una robusta ripresa economica alimentata dal rapido lancio di vaccini e da spese fiscali aggiuntive hanno aumentato l’appetito degli investitori per attività più rischiose.
A inizio anno, era scattoato l’allarme per la BNS dal momento che il cambio era sceso fino a 0,877.