Il primo meeting di politica monetaria agli ordini del nuovo governatore Sahap Kavcioglu si chiude con un nulla di fatto. La Banca centrale della Turchia (CBRT) ha infatti mantenuto il tasso pronti contro termine al 19%.
Erdogan sarà contento, visto che è proprio per evitare rialzi dei tassi che ha licenziato l’ex governatore Naci Agbal per sostituirlo col più accondiscendente Kavcioglu.
Secondo i policiy makers l’evoluzione dell’attività economica dipende essenzialmente da come procederà il processo di vaccinazione e quindi l’avanzata della pandemia.
Se è vero che gli alti livelli di aspettative di inflazione sono un rischio, i responsabili politici non hanno ribadito l’impegno di fornire una maggiore stretta, se necessario, il che è un segnale eclatante di come la CBRT sia ormai finita nelle mani di Erdogan.
Tuttavia, si sono almeno impegnati a mantenere il tasso ufficiale a un livello superiore all’inflazione, per mantenere un forte effetto disinflazionistico.
La lira turca, che era precipitata dopo il licenziamento di Naci Agbal, dopo la nuova decisione della CBRT si è mossa poco e al ribasso, anche perché nessuno si aspettava una decisione diversa da parte della banca centrale.
Il cambio viaggia attorno a 8,1 non lontano comunque dal minimo storico di 8,5 toccato alla fine di marzo.
Da novembre, la CBRT ha alzato i tassi di interesse di 875 punti base per contrastare l’aumento dell’inflazione, che a marzo ha toccato il livello più alto dalla metà del 2019.