Continua ad essere pesante il clima attorno alla Lira turca, che nelle prime ore di questa settimana si è avvicinata al suo minimo record nei confronti del dollaro.
Il cambio è infatti arrivato ad aggirarsi a 8,50, non lontano dal massimo storico di 8,58 toccato a novembre 2020.
Dopo questa fiammata, la coppia ha cambiato rotta incamminandosi verso una discesa a 8,30.
Ma il sentiment nei confronti della valuta turca resta molto deteriorato.
L’ultimo sprint è stato innescato dalle preoccupazioni riguardo ai trapporti Washington-Ankara, dopo che il presidente americano Biden ha annunciato durante il fine settimana, che gli Stati Uniti avrebbero riconosciuto come genocidio il massacro degli armeni da parte dell’Impero ottomano, durante la prima guerra mondiale. Una mossa che è stata duramente criticata dalla Turchia.
Al di là di queste schermaglie dialettiche con gli USA, gli investitori temono soprattutto che la crisi valutaria possa danneggiare la ripresa economica della Turchia. e accelerare l’inflazione già dilagante.
Di recente Erdogan ha licenziato il governatore della CBRT, propenso a combattere l’inflazione con il rialzo dei tassi, per sostituirlo col più fidato Sahap Kavcioglu, che nell’ultimo meeting ha lasciato il tasso di interesse fermo, dichiarando che l’attuale posizione di politica monetaria dovrebbe essere mantenuta perché un aumento dei tassi manderebbe un cattivo messaggio per l’economia reale.
Da novembre, la banca centrale – sotto la guida del vecchio governatore – ha alzato i tassi di interesse di 875 punti base per contrastare un forte aumento dell’inflazione, che a marzo ha toccato il livello più alto dalla metà del 2019.
Settimans scorsa il cambio ha guadagnato oltre il 3%, rendendo la Lira la valuta con le peggiori prestazioni in Europa, Medio Oriente e Africa.