Arriva una momentanea ventata di aria fresca in un periodo assai caldo, per la Lira turca, che chiude il mese di maggio in ulteriore arretramento.
Il cambio con il dollaro sul finire della scorsa settimana ha toccato un nuovo massimo storico ( a 8,58), ma oggi la valuta di Ankara ha macinato un po’ di terreno sfruttando i dati sulla crescita: l’economia turca infatti balza del 7% su base annua nel primo trimestre del 2021, battendo le previsioni di mercato di un aumento del 6,7%.
È la crescita più forte in 3 anni, trainata dalla produzione industriale e da altri settori chiave.
Tuttavia negli ultimi giorni gli investitori hanno dovuto digerire ancora notizie di turbolenze ecopolitiche interne.
Erdogan ha infatti rimosso il vice governatore della banca centrale Oguzhan Ozbas, due mesi dopo aver rimosso il governatore Naci Agbal.
Ogni volta che le mani del presidente si allungano sull’istituto centrale, arrivano guai per la Lira. La mossa di marzo fece precipitare il cambio, quella recente ha dato solo una scossa.
Ma i mercati sono tesi, anche perché gli investitori temono che la banca centrale possa non essere in grado di arginare l’aumento della pressione inflazionistica (al livello più alto in quasi due anni), mentre cerca di sostenere l’economia colpita dalla crisi COVID-19.
Intanto stanno crescendo anche le tensioni con gli Stati Uniti, dopo che Ankara ha minacciato di procedere con l’acquisto dei sistemi di difesa missilistica russi S 400, nonostante gli avvertimenti di Washington.