La discesa dei prezzi del petrolio si concretizza per il sesto giorno consecutivo, tra le persistenti preoccupazioni sulla rapida diffusione del ceppo delta del coronavirus e gli effetti che avrà sulla ripresa economica.
Diversi paesi sono stati costretti a reintrodurre le restrizioni di viaggio e il traffico aereo, e questo pesa sulla domanda di carburante.
Il Brent scivola a circa 67 dollari al barile, vicino a livelli che non si vedevano da maggio.
Il Wti invece scende sotto i 65 dollari al barile anch’esso sui livelli del maggio scorso.
Nel frattempo, anche un dollaro più forte ha pesato sui prezzi del petrolio, dopo che le minute della Federal Reserve hanno evidenziato l’intenzione della banca centrala americana di avviare il tapering (ossia la riduzione del piano di acquisti di titoli) durante quest’anno.
Dal lato dell’offerta, il rapporto EIA ha mostrato che le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di 3,2 milioni di barili più del previsto la scorsa settimana, ai minimi da gennaio 2020. Pesano anche le indicazioni sulle scorte americane che, seppur in calo, hanno mostrato un inatteso aumento delle riserve di benzina.