E’ bastata una breve riunione in videoconferenza, circa un’ora, per arrivare ad un accordo in seno all’OPEC+. Il cartello allargato ha deciso di attenersi al piano prestabilito che prevede un graduale aumento mensile della produzione, nonostante le pressioni degli Stati Uniti per pompare di più.
Questo significa che si andrà avanti con 400.000 barili in più al giorno previsto a ottobre.
L’organizzazione quindi rimane fiduciosa che – con la ripresa – il mercato sarà in grado di assorbire le nuove quantità di greggio (il cartello ha alzato le sue previsioni per la domanda di petrolio il prossimo anno). Peraltro i prezzi hanno recuperato terreno dal crollo di metà agosto, mentre le prospettive di fornitura rimangono relativamente stringenti per il resto dell’anno.
Finora, circa il 45% dell’offerta inattiva è già stata ripristinata. La parte rimanente, secondo i programmi Opec+, verrà recuperata fino a settembre 2022.
Nel frattempo, i prezzi del petrolio hanno vissuto una giornata fiacca. Il WTI è sceso sui 68,3 mentre il Brent arretra a 71,3 dollari al barile.
Va evidenziata la flessione più forte delle attese delle scorte americane di greggio. Secondo l’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, le scorte americane sono scese di 7,2 milioni a 425,4 milioni. Gli analisti prevedevano un calo di 2,8 milioni.